II. Cinematografo
Eccoci dunque al celeberrimo apparecchio dei fratelli
Lumière, sul quale la stragrande maggioranza degli aneddoti sull’origine del
cinema si fonda: le Cinématographe.
Introdotto nel 1895, i miglioramenti rispetto ai coevi
sistemi di proiezione furono subito manifesti, a partire dalla fruibilità, che
superava il modello mono-spettatore di Dickson, difatti proiettando per la
prima volta su un grande schermo e così rendendo l’invenzione commercialmente
promettente.
Inoltre, il cinematografo dei Lumière garantiva una
superiore stabilità delle immagini grazie al perfezionamento del sistema a
perforazioni sulla pellicola, e la possibilità di proiettare in maniera
continuativa anche per diversi minuti, stimolando così per la prima volta una
vera e propria industria cinematografica, ovvero di produzione e distribuzione
di contenuti visivi.
Corrisponde così a questo periodo il primo diffondersi delle
sale cinematografiche, in particolar modo nell’avvenente e industriosa terra
degli Stati Uniti d’America, dove sotto il nome di nickelodeons (dal prezzo del
biglietto, 5 cents = nickel) divennero un importante centro di attrazione
popolare e non.
Ulteriore ragione di successo del cinematografo fu la
parziale canonizzazione degli standard di ripresa e proiezione: con esso, si
stabilì l’aspect ratio di 1.33:1 (o 4:3, se preferite), che dominò il formato
video fino all’avvento (lo vedremo) dell’Academy Ratio.
Il frame rate dei filmati fu fissato a 16 fotogrammi per
secondo, diventando appunto uno standard del tempo per resa visiva e
praticabilità tecnologica. Come detto, si confermò l’utilizzo predominante
della pellicola 35mm perforata ai bordi, garantendo una stabilità e una
fluidità di movimento mai raggiunta prima.
Infine, per quanto riguarda il suono bisognerà aspettare
ancora un paio di decenni durante i quali il sonoro, che consisteva
prevalentemente in musica d’accompagnamento, veniva riprodotto autonomamente
alla proiezione, tramite dispositivi sincronizzati e calibrati manualmente.