STORIA ED EVOLUZIONE DEI FORMATI CINEMATOGRAFICI, PARTE II: ACADEMY, CINERAMA, CINEMASCOPE E TODD-AO
Frame da Cold War (2018), Paweł Pawlikowski
Flano del Cinerama Dome di Hollywood, Los Angeles: ancora oggi sala importante in termini di promozione e prestigio
Film rilevanti
Primo e tutt’ora tra i più
famosi lavori girati in Cinemascope è La Tunica (1953), diretto da Henry Koster
e con una celebre interpretazione di Richard Burton.
Altri titoli noti comprendono
Il ponte sul fiume Kwai (1957) di David Lean, capolavoro fra i primi a
denunciare l’assurdità della guerra e vincitore di ben 7 Premi Oscar e Il
disprezzo (1963) di Jean-Luc Godard, film tratto dall’omonimo romanzo di Alberto
Moravia e prodotto da Carlo Ponti.
La lavorazione di
quest’ultimo ebbe tra l’altro una storia interessante - come d’altronde spesso
è stato il caso con Godard - e vide nomi altisonanti come i nostri Monica
Vitti, Sophia Loren e Marcello Mastroianni orbitare attorno alla produzione; il
padre della Nouvelle Vague si oppose però a tutti, prediligendo attori francesi
tra cui la Brigitte Bardot e Michel Piccoli, addirittura arrivando a
scritturare il grande regista dell’Espressionismo tedesco Fritz Lang (nel ruolo
di se stesso).
In sceneggiatura è proprio
Lang a criticare - metacinematograficamente - la scelta del Cinemascope, con un
commento tagliente che, tradotto, doveva fare più o meno così:
"[Cinemascope] non è
fatto per essere usato sugli esseri umani.
Sembra adatto solo a
serpenti e funerali."
Nonostante ebbe nei fatti
breve vita, Cinemascope costituì un passo decisivo nello sviluppo dei formati
panoramici e la sua fama gli permise di ritornare nei decenni a venire, fino
alle recenti apparizioni in blockbuster come Jurassic World - Il regno distrutto
(2018) o Deadpool 2 (2018).